Le Scuole di un tempo

Anche per la scuola, Rivalto riserva una sua storia ricca di curiosità ed aneddoti, in parte testimoniati da documenti e fotografie del tempo, in parte tramandati per tradizione orale di generazione in generazione.

Alunni di Rivalto nel 1965
Come per tutte le località rurali e distaccate, in passato, l’istruzione a Rivalto aveva l’obiettivo principale di ‘nsegnà a legge, scrive e a sapè fa’ di ‘onto, ovvero di limitare l’analfabetismo. Non erano certo quelli i tempi per ambire ad una preparazione scolastica di altra natura, anche perché, solo una esigua minoranza - vuoi per il distaccamento, vuoi per le condizioni socio-economiche-, poteva permettersi il lusso di proseguire con gli studi dopo i primi anni di scuola elementare. In questi casi eccezionali, le scelte ricadevano sull’allontanamento dal paese per intraprendere un percorso formativo in collegio, in seminario o, per chi poteva proseguire, presso la vicina Università di Pisa.

In particolare, il collegio è stata un’esperienza che ha “segnato”, nel bene e nel male, molti bambini di quei tempi. Da un lato, lasciando un indelebile segno di distacco dagli affetti e di insofferenza per l’esasperata disciplina imposta, dall’altro costituendo, soprattutto ai tempi della guerra e del dopoguerra, l’unica possibilità di istruzione che le mamme lavoratrici, rimaste sole per il richiamo dei mariti alle armi, potevano garantire ai loro figli. Nel dopoguerra, in particolare, per raggiungere il collegio nei paesi limitrofi, i bambini dovevano attraversare per ore e ore le campagne, perché la ritirata tedesca aveva fatto saltare tutti i ponti e reso inagibili le vie di comunicazione. Al tempo, ad ogni modo, i mezzi di trasporto erano piuttosto limitati, così, quando saltuariamente e compatibilmente al lavoro nei campi, le famiglie potevano cogliere l'occasione di andare a far visita ai loro piccoli in collegio, lo facevano a bordo dei tradizionali barrocci (carri guidati da cavalli o ciuchi).

Senza andare troppo indietro nel tempo, quando la scolarizzazione era esclusivamente gestita dalla Chiesa e non esistevano scuole laiche, possiamo qui limitarci a ricordare che, dalla seconda metà del 1800 alla prima metà del 1900, si sono susseguite una serie di riforme scolastiche volte a disciplinare l’obbligo della frequenza, a rendere più democratica l’istruzione per le famiglie meno abbienti e i centri disagiati, a migliorare la condizione retributiva di maestri ed insegnanti e a decretare il passaggio della gestione economico-finanziaria della scuola dai comuni allo stato.

Stando a queste premesse, si può facilmente immaginare come, per un lungo periodo, le scuole elementari a Rivalto siano state organizzate in "pluriclassi" per far fronte alla carenza di fondi, di insegnanti e di edifici scolastici.

Tra le aule, ospitate in diversi locali “provvisiori” di privati, presi di volta in volta in affitto dall’amministrazione comunale, ricordiamo quelle in:
  • Piazza Beato Giordano, presso la casa del Cortesi, almeno fino al 1925
  • Piazza della Compagnia, almeno fino al 1952, presso Palazzo Falugi -di proprietà del Sor Ottorino Falugi- e Palazzo Giovannelli -della famiglia Giovannelli di Santa Luce che, all’epoca, aveva terreni anche a Rivalto-
  • Via del Fondaccio, presso la casa di Nildo Caminarecci, dove erano ospitate due classi, una al pian terreno e una al primo piano
  • Piazza Beato Giordano, presso la casa di Rino Falugi

Palazzo Falugi
Palazzo Giovannelli

Ex Casa del Fascio


Successivamente, finita la guerra, le scuole si trasferirono nella ex casa del Fascio, in Via Vespucci che, negli anni precedenti, aveva  affissa una targa inneggiante Mussolini con sù scritto “Durante i cinque mesi dell’assedio economico, Rivalto costruì la sua casa del Fascio”. Targa che venne, successivamente, rimossa.



Le Scuole di Rivalto
Finalmente, per l’anno scolastico 1959-1960, fu inaugurato un nuovo edificio, alle spalle dell’ex circolo ACLI, che oggi ospita la Casa Famiglia “Elio Visone”. L’edificio era predisposto per ospitare le cinque classi delle elementari ed accolse, fin dall’inizio, anche molti bambini de La Pieve a seguito della chiusura della scuola ospitata al piano terra del palazzotto dell’ingegner Severino Costagli. Lo stabile de Le Scuole –appellativo ancora in uso per quell’area del paese- assolse a questa funzione fino alla fine degli anni '70 quando, purtroppo, con l’andare del tempo e lo spopolarsi del paese, fu chiuso e i bambini costretti a raggiungere altre località limitrofe.

Inaugurazione della scuola di Rivalto - anno scolastico 1959-1960

Don Capitini e i suoi alunni negli anni '30
Per quanto riguarda il corpo docente, fino ai primi anni del secolo l’istruzione era gestita essenzialmente dai pievani, così come illustrato nella foto degli anni '30 in cui compare Don Capitini con i suoi alunni. Al tempo, c'era ancora molto analfabetismo e, solo successivamente, subentrarono maestri e maestre laici, per lo più forestieri, che venivano ospitati a casa dei privati. 

Tra le maestre originarie di Rivalto, si annoverano:
  • La maestra Guglielmina Costagli in Del Lucchese
  • La maestra Alfreda Falugi, sorella del Generale Falugi, meglio conosciuta come “La Signorina” per il suo stato single
  • La maestra Carlina Falugi in Cecconi

Tra i ricordi degli allora scolaretti, primeggiano, in assoluto, le severe punizioni che spaziavano dalla classica bacchettata sulle dita, al castigo in ginocchio sul granturco o dietro la lavagna e le merende genuine portate da casa, consumate durante l'intervallo, come pane e marmellata, pane burro e zucchero e, talvolta, anche pane e salsiccia.