Il Sor Ottorino Falugi

Fra i personaggi di spicco di Rivalto ci piace una particolare menzione per "Il Signorino", come veniva chiamato il Sor Ottorino Falugi (1891-1963), figlio di Domenico e Goffreda, proprietario terriero, grande viveur e amante dei piaceri della vita, vita avventurosa e gaudente, ma allo stesso tempo grande munifico benefattore, prodigo di favori ed aiuti a chiunque ne avesse bisogno.

Da "scapolone" quale era, amava riunire attorno al canto del fuoco del grande camino della sua cucina la gioventù di Rivalto, per passare in allegra compagnia le lunghe e fredde serate invernali o i caldi pomeriggi d'estate "al Campo", nella dimora estiva, al fresco dei frondosi tigli e platani.

Metteva a disposizione dei giovani lo stupendo salone affrescato alle pareti ed al soffitto per feste e balli.



Non lesinava un passaggio sulla sua caratteristica "Fiat Topolino" a chiunque ne avesse bisogno e portava spesso a Pontedera o a Pisa il prete di allora, gesto che, scherzosamente, per la figura imponente e la tonaca nera che il prete indossava, raccontava come "ho dato un passaggio in auto ad una balla di carbone". 
Intrepido guidatore, non solo di auto, ma anche di sidecar, non si scoraggiava mai davanti a nulla. Una volta, sulla via del ritorno da Volterra, il cambio della sua "Topolino" lo lasciò in panne: nessun indugio da parte del Sor Ottorino che, innestato l'unico rapporto funzionante, ovvero la retro marcia, si fece tutto la strada sino a Rivalto a marcia indietro.

Il Sor Ottorino era anche un accanito fumatore quando, un giorno, colto da un improvviso attacco di tosse, un bimbo del paese, in tutta spontaneità, incalzò con la battuta "Avanti 'osì e mori tra due o tre giorni!". Da quel giorno il Sor Ottorino non smise certo di fumare ma, sempre con tono cordiale e goliardico, tutte le volte che incontrò di nuovo quel bimbo lo sorprese canzonandolo "Vedi che sono ancora vivo!".


Caratteristica la targa affissa al portone del suo bel palazzotto, sito in Piazza della Compagnia, che recitava:

"A chi porta, porta aperta.
Porta chiusa a chi non porta.
Ma durante l'ora dei pasti,
porta chiusa anche a chi porta."

perché non voleva essere disturbato durante i pasti e preferiva godersi, in tutta tranquillità, le prelibatezze preparate dalla fidata cuoca.