La Madonna del Carmine di Rivalto: tra culto e natura

Immerso nelle pinete di Poggiopiano, sovrastante il borgo di Rivalto, il Santuario de La Madonna del Carmine rappresenta un luogo di culto cattolico risalente, nel suo aspetto attuale, al secolo XVIII ed eretto originariamente durante il secolo precedente, ai tempi delle predicazioni di alcuni frati carmelitani provenienti dal monastero di San Torpè di Pisa.
Le origini della devozione mariana in questo luogo sono ben più remote e si datano a prima del XVII sec.


Il santuario, raccolto tra due maestosi filari di cipressi, si presenta in tutta la sua suggestiva semplicità con un elegante portico di accesso sovrastato da volte in mattoni ed un'unica navata interna culminante nell'abside in cui è ospitato un altare in marmo, generosamente donato dal fedele Domenico Falugi, morto nel 1858, a cui è dedicata la targa commemorativa al centro del portico.
Dal santuario di Rivalto proviene un'immagine raffigurante la Madonna del Carmine della seconda metà del XVII secolo del pittore fiorentino Carlo Dolci (1616-1686, pittore del barocco sacro fiorentino). Il dipinto, su tela ad olio, ritrae la Vergine in veste rosa e velo blu mentre stringe a sè il suo infante, entrambi indossano una corona argentea e tengono in mano lo scapolare del Carmelo.

Da diversi anni chiuso alle celebrazioni ordinarie, viene aperto al pubblico in occasione di particolari ricorrenze religiose e celebrazione di matrimoni in stile "bucolico".

Il Santuario della Madonna del Carmine, raggiungibile con una passeggiata di circa 10 min. dal centro del paese, rappresenta, oltre che un luogo di culto, una meta di escursioni naturalistiche: alle spalle del Santuario è possibile ammirare uno splendido panorama della Valdera e del Valdarno Inferiorenel bosco circostante, ricco di pini, querce e castagni, sono tracciati sentieri e visibili appostamenti e capanni di caccia (non del tutto eccezionale la presenza del "Re della macchia", ovvero del cinghiale); da qui si diramano ulteriori itinerari verso le aree de I Poggi di Rivalto. 

Di seguito è riportata una sezione sulla storia del Santuario e una sezione sulle passeggiate di Poggiopiano



Richiami Storici

Secondo quanto riportato negli scritti di Don Achille Costagli "Memorie del Santuario di Poggiopiano - dedicato alla Santissima Vergine del Carmine presso il Castello di Rivalto", le prime manifestazioni di devozione da parte della comunità del castello di Rivalto alla Vergine di Poggiopiano risalgono a prima del XVII sec., quando nell'area era presente un piccolo tabernacolo con dipinta l'immagine della Santissima Vergine del Carmine.
Nel XVII sec., venne qui costruito un oratorio in cui fu esposta l'immagine della Vergine a cui la comunità rivaltina continuò a rivolgere le sue preghiere. A testimonianza di questa profonda devozione, numerosi lasciti testamentari del XVII-XVIII sec. da parte dei fedeli di Rivalto, in cambio di messe perpetue o di miglioramenti da apportare all'oratorio.  
Giunsero poi i tempi dei provvedimenti governativi che minavano le proprietà della chiesa, primo fra tutti la soppressione delle piccole pievi e compagnie locali a favore delle chiese parrocchiali, emesso nel 1785 dall'allora Granduca di Toscana Leopoldo I di Lorena. Il provvedimento comportò la richiesta da parte del Vescovo Bonamici di Volterra all'allora pievano Francesco Graziani di trasferire, il 15 Agosto del 1788, la sacra immagine dall'oratorio alla chiesa parrocchiale di Rivalto. 
La profanazione del santuario di Poggiopiano fu accolta con non poco risentimento dalla popolazione locale e comportò un graduale abbandono di questo luogo di pellegrinaggio e preghiera che, ben presto, finì in rovina. Nel 1827, con non poche insistenze, l'allora pievano Giuseppe Passeri riuscì ad ottenere dalla diocesi di Volterra il permesso per la ristrutturazione dell'oratorio che, nel 1832, riaprì le porte ai fedeli e nel 1850 accolse il ritorno del quadro della Vergine. Le spoglie di Giuseppe Passeri sono oggi deposte al centro della chiesa.
Da allora proseguì la frequentazione del santuario, in particolare durante le principali ricorrenze dedicate alla Madonna (Festa della Madonna del Carmine, Festa dell'Assunta, Festa dell'Immacolata), in cui la statua della Madonna del Carmine veniva portata in solenne processione fino alla Chiesa dei Santi Fabiano e Sebastiano, chiesa parrocchiale del borgo, per essere esposta alle preghiere dei fedeli. Durante la processione, gli abitanti del paese indossavano caratteristiche tuniche bianche (cappe) e mantelle (sarrocchini). 


Itinerario naturalistico      visualizza percorso

Per esplorare l'area naturalistica di Poggiopiano ed il Santuario della Madonna, si può partire da Via dei Poggi, nel centro del paese, dove è indicata la direzione per il Santuario. Percorsa Via dei Poggi fino al bivio con Via Margherita, incrocio indicato da un tabernacolo della Madonna (nota in loco come "la maginetta"), si svolta sulla destra. Dopo appena pochi metri, si incontra, sulla sinistra, un sentiero sterrato che consente, fin da subito, di scorgere dei meravigliosi ritratti dell'antico borgo di Rivalto, caratterizzato da case in pietra, tetti in tegole e camini, su cui domina il caratteristico campanile. In passato, le colline sottostanti erano ricoperte di vigne. 
Lungo il tragitto per raggiungere l'oratorio, si incontra sulla destra una una croce lignea su basamento in mattoni, ivi posta in occasione del Giubileo del 1950. La croce fu originariamente realizzata da Alceste Gotti, ricercato falegname rivaltino i cui operati (credenze, madie, porte) arredano tutt'oggi le case del borgo, a testimonianza dell'antica tradizione artigiana della lavorazione del legno di questa zona.



Salendo, il sentiero si immerge in una zona boschiva, e, attraverso le fronde, è possibile scorgere, a perdita d'occhio, le dolci colline coltivate della Valdera, protette dalla Catena Appenninica. La zona sottostante è ricca di castagni che diventano i veri protagonisti in occasione della Sagra del Marrone. Da qui è possibile addentrarsi nel bosco per apprezzarne la ricchezza, scoprire inaspettate viste panoramiche che degradano verso il Monte Serra e le Alpi Apuane, raccogliere more selvatiche per una gustosissima marmellata casalinga.



Giungendo nello slargo dove si erge l'Oratorio, si possono ancora scorgere, sulla sinistra, i resti dei vigneti di un tempo. La passeggiata fin qui e la semplicità della antica pieve lasceranno senza fiato, il muretto al fresco del portico offrirà un comodo riposo. 

Alle spalle della Chiesa si può notare il Campo Sportivo, utilizzato in passato nei tornei con le squadre dei paesi vicini. La realizzazione e la manutenzione dello stesso fu sostenuta dal Gruppo Sportivo di Rivalto a cui aderirono spontaneamente gli appassionati di calcio rivaltini con quote pro-capite, come registrato su un quaderno di computisteria, conservato dal lontano 1969, che riporta le entrate e le uscite del tempo.
Osservando il panorama, si può apprezzare una estesa macchia boschiva su cui svettano i borghi arroccati di Lari e Collemontanino e, andando oltre con lo sguardo, la zona tra il Valdarno Inferiore e la Valdera

Riprendendo l'itinerario, si procede sul sentiero alla destra del portico che prosegue sotto una fitta vegetazione di pini, querce, bacche, corbezzoli, ginepri, in un ricco sottobosco di felci, ciclamini, ginestre, funghi e vegetazione spontanea. 



Sulla sinistra del sentiero, si può attraversare ed oltrepassare il bosco di pini per arrivare su un piccolo altopiano (chiamato "Il Pianone") da cui ammirare Volterra. La zona circostante, un tempo, era dedicata a vigneti ed alberi di pesco ma, nonostante l'attività agricola, l'intera area boschiva di Poggiopiano può considerarsi pressoché intatta. In particolare, lungo questo tratto, si può scorgere un casale diroccato che, nella stagione estiva, Gregorio, pastore di Rivalto, utilizzava come ovile per il ricovero delle pecore al pascolo. Nel bosco circostante, invece, numerosi ragazzi di Rivalto hanno scorrazzato durante le merende pomeridiane e le colonie estive, trovando nei pinoli dei fedeli alleati di gioco (tra i giochi ricordati, quello dei pinoli in fila a mo' di birilli da colpire con delle palline).  


Tornando al sentiero principale, ci piace qui ricordare un pino curvo, ormai abbattuto, che per molto tempo ha rappresentato un caratteristico portale e un luogo ideale per fotografie amatoriali. 

L'intera area di Poggiopiano è ricca di fauna selvatica: lepri, istrici, tassi, volpi, cinghiali, fagiani, rapaci diurni e notturni e numerosi volatili -ghiandaie, cornacchie, passeri, beccacce, colombi, tortore, tordi-, non è un caso che, infatti, anche i cacciatori ne apprezzino le ghiotte opportunità. 
Proprio continuando sul sentiero principale, sulla destra, si arriva ad una postazione fissa di caccia attrezzata. 


La passeggiata si conclude ridiscendendo sulla strada de I Poggi, presso il Podere Le Croci.